Modeste riflessioni su grandi e piccole questioni attorno alle pensione dei parlamentari e a quelle di tutti gli altri
Scusatemi se torno, dopo il frammento di intervista su Telejonica, su un argomento che in questo momento non sta sicuramente in cima ai pensiei degli italiani. Che stanno pensando al proprio lavoro – quando c’è – e alla propria pensione, se ci sarà. Nel momento in cui siamo stati costretti a chiederci se ci sarà l’Italia e pure se ci sarà l’Europa, almeno per come siamo stati abituati a conoscerle, è poca cosa occuparsi delle pensioni dei parlamentari. Eppure sento il dovere di intervenire: si legge sui giornali di proteste malcelate, addirittura di dimissioni anticipate, quasi una fuga, per garantirsi il vecchio vitalizio al quale eravamo abituati e che gridava, francamente, vendetta. Ecco, io posso dire solamenete: ben venga l’allineamento del lavoro di un parlamentare a qualsiasi altro lavoro. Ben vengano regole uguali, assolutamente uguali, senza trucchi, per tutti. Se sistema contributivo deve essere, lo sia per tutti. Senza eccezioni. Se vale un’età minima per la pensione, valga per tutti. Insomma, se qualcosa bisogna cambiare – mi riservo altre occasioni per discutere di ciò che non va nella manovra, ma è pur vero che gli eccessi che abbiamo visto negli anni passati sono sempre eccessi, anche se non riguardavano i parlamentari – va assolutamente cambiato per tutti. Io considero questi anni di lavoro in Parlamento come una fase della mia vita lavorativa che ho sotttratto alla mia professione privata e ho dedicato a un lavoro pubblico tanto particolare quanto affascinante e faticoso: la rappresentanza pubblica. Così io vivo il mio lavoro politico. Solo per questo lavoro ho contributi previdenziali che, asssieme agli altri che avrò assemblato, fra molti anni, contribuiranno – se no che sistema contributivo sarebbe – a darmi una pensione pubblica. Perchè ho maturato il diritto. Lo stesso diritto che vorrei garantire a tutti. Ecco perchè anche la manovra Monti va valutata con attenzione. Per salvaguardare, a qualsiasi costo, quella paroletta: TUTTI. Nel tutti c’è, ci deve essere più di quanto ci sia, il senso della misura. Per restare alle pensioni dei parlamentari, che problema c’è ad adeguarsi agli standard europei? Vi invito a leggere questo articolo del Sole24Ore.
Poi, è chiaro, se qualcuno vuole dimettersi solo per acchiappare più soldi di vitalizio, avrà le dimissini respinte. Almeno da me. E ora torniamo al lavoro.
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