Basta leggere gli ultimi rapporti della Cgil e della Uil sulle condizioni lavorative della Sicilia e su un fenomeno ostinato e sempre florido come quello del lavoro nero in Italia, per avere un quadro a dir poco drammatico del Mezzogiorno d’Italia, soprattutto della Sicilia, una regione in cui aumentano esponenzialmente le richieste di cassa integrazione, le grosse fabbriche rischiano la chiusura e il lavoro sommerso non accenna a diminuire.
A fronte di questi dati, davanti alle immagini di un Paese davvero allo stremo, il Governo nazionale non fa nulla per migliorare le condizioni lavorative del Sud. Anzi, al contrario, mette in atto politiche mirate a depotenziare provvedimenti utili a far ripartire l’economia, almeno a livello locale, come sta accadendo con le Zone Franche Urbane.
Io quei dati li ho letti con attenzione, da quei dati sull’andamento del lavoro in Sicilia, forniti da Cgil e Istat, e dagli indicatori nazionali sul lavoro sommerso contenuti nel Rapporto della UIL Servizio Politiche del Lavoro sono stato colpito. Da entrambe le indagini, emerge chiaramente come la Sicilia stia sprofondando in una condizione di crisi difficilmente recuperabile. Secondo il rapporto della Cgil, basato su dati Istat, in un anno si sono persi in Sicilia 40 mila posti di lavoro e oltre 8 mila operai hanno trascorso gli ultimi 12 mesi in cassa integrazione, che nell’anno appena passato ha toccato quota 5 milioni di ore solo per gli operai siciliani. Di fronte a vertenze importanti, come quella che coinvolge gli operai della Fiat e dell’indotto, ma anche i lavoratori della Sat di Aci Sant’Antonio, un tempo azienda modello della provincia di Catania, il Governo nazionale e le amministrazioni locali vanno in ordine sparso, senza alcun progetto di salvaguardia delle fabbriche e del futuro dei lavoratori.
E a queste vertenze, presto, potrebbero aggiungersi decine di altre crisi aziendali nel settore dei call-center, che solo in Sicilia occupa oltre ottomila persone. Lavoratori che adesso temono le politiche di delocalizzazione all’estero delle attività dei call-center quando in passato, con il governo Prodi, si erano fatti grossi passi avanti verso la stabilizzazione e la regolarizzazione dei contratti precari. Trovo allarmanti infine i dati sul lavoro nero resi noti dalla Uil, secondo cui la Sicilia nel 2009 è risultata la penultima regione d’Italia per tasso di irregolarità lavorativa, superata in negativo solo dalla Calabria. Nel 2009 il tasso di irregolarità lavorativa nazionale si è attestato al 15,6 per cento sul totale degli occupati, mentre in Sicilia lo stesso indice ha raggiunto il 22,7 per cento, accumulando un fatturato sommerso di oltre 14 miliardi di euro in un anno.
Dati (esplicitati con tabelle e grafici) che dicono chiaramente come in Sicilia il lavoro sommerso resti una piaga profonda, che coinvolge quasi 23 lavoratori su 100 e rappresenta il 17 per cento del prodotto interno lordo dell’Isola. Numeri a fronte dei quali il Governo nazionale nel corso del 2009 ha diminuito, anziché aumentarla, l’attività ispettiva. L’unico strumento, cioè, per tentare di far emergere il lavoro nero.
Avete notato come Catania si sia riempita di parcheggiatori abusivi più del solito? Anche questo è un effetto chiaro della mancanza di lavoro.
Semplicemente ce n’è una al giorno. Ormai è una vera e propria emergenza sociale.
Sì, chiude, altri 550 lavoratori a spasso. Che situazione incredibile che si sta venendo a creare in tutta Italia.
Pare anche che il centro ricerche della Glaxo di Verona stia per chiudere. E’ proprio un momento terribile.
E non è nemmeno detto che rimangano in Italia, sia chiaro.
Sentivo in tv che il governo si sta calando le braghe pesantemente con l’Alcoa, acconsentendo a tutte le richieste della multinazionale americana pur di farla rimanere in Italia.
Mi chiedo sempre più che cosa però significhi democrazia. Oggi mi pare svuotata di qualunque senso, con un primo ministro che si ritaglia le leggi su misura e non vuole in alcun modo essere giudicato dalla Magistratura. Per tacere, poi, della completa mancanza di libertà di chi vive tutti i giorni una condizione precaria, senza sicurezza alcuna, senza garanzie.
Ma vi siete bevuti il cervello? Si può difendere la vita e la dignità dei lavoratori anche senza affidarsi a massacratori galattici come i leader Urss. Innanzitutto viva la Democrazia.
Io mi accontenterei di Andropov.
Io lo dico da più di vent’anni. Aridatece er baffone…
[…] afferma il parlamentare nazionale del Partito Democratico, Giuseppe Berretta, commentando sul blog http://www.giuseppeberretta.it/politica-siciliana/lavoro-solo-record-negativi-per-la-sicilia/ (da cui è possibile scaricare grafici e tabelle) i recenti dati sull’andamento del lavoro in […]
Ormai siamo passati dai disoccuoati come “esercito di riserva” del Capitale (Marx) ai disoccupati come massa inerte da umiliare a vita per il godimento di chi ha di più. Che follia immane che è il mondo post ’89.
Anni fa lessi un libro meraviglioso, “L’orrore economico” di Viviane Forrester … La scrittrice francese fu aggredita da più parti e considerata una folle (all’epoca non si parlava ancora di No Global) … A distanza di una dozzina d’anni si rivela semplicemente profetica … Tutto quel che ha scritto sulla necessità del capitalismo contemporaneo di disoccupati oltre ogni limite prima mai raggiunto si sta disvelando come assolutamente veritiero …
Ne consiglio a tutti la lettura per capire quello che sta accadendo nel mondo oggi … In Italia è edito da Ponte alle Grazie e credo che in giro ancora si trovi …
La gente muore ormai, anche al Nord, per la mancanza di lavoro. Ma è il mondo che volevano i “piani alti” del pianeta, un mondo di schiavi.
secondo l’Unione Petrolifera vi sono a rischio 7.500 posti di lavoro nel settore in Italia. Mi chiedo quanti di questi saranno in Sicilia. Ormai la situazione lavoro è fuori controllo. Occorrerebba davvero una sorta di Piano Marshall per contrastare una simile piaga.
Sono dati allucinanti, ben peggioiri di quelli spagnoli che ieri “el Pais” sparava con tanto risalto. 125 mila posti persi in Spagna solo a gennaio 2010 e 4 milioni complessivi di disoccupati. Numeri pazzeschi, ma sono certo che se si fanno le debite proporzioni la situazione Siciliana è peggiore.