Chi non conosce i salesiani delle Salette o non è di Catania o non ha alcun interesse per questa nostra città. Sono tanti gli anni nei quali a S. Cristoforo, così come in altri quartieri, i salesiani hanno formato intere generazioni. Quelli delle Salette, però, hanno un di più e, siccome ci sono passati in molti, forse ce l’hanno nel DNA il di più che caratterizza quelli delle Salette: affrontare le situazioni difficili come se fossero facili, come se bastasse una parola, una pacca sulla spalla e a volte anche un chiarimento, per quanto duro, molto duro. Come se queste situazioni non fossero poi così difficili. Loro, sicuramente, sono riusciti a renderle più vivibili e doverose di rispetto.
E’ all’insegna di quest’ultima parola che vivo il premio che i salesiani hanno voluto dare alla memoria di mio padre Paolo, dandolo poi concretamente a ragazzi che saranno aiutati a studiare, come se Paolo fosse vivo, così come il quartiere.
Più che il mio ricordo credo che valga quello di chi ha lavorato con lui: voleva solo che la speranza si riaccendesse proprio nelle nostre periferie dell’abbandono e dell’esclusione, perchè ogni ragazza e ogni ragazzo deve poter studiare e crescere con la propria intelligenza; perchè fosse la scuola il primo presidio dello Stato democratico e del nostro Comune, proprio lì dove mancava tutto, ma lo fosse assieme alle strade, alle fogne, all’illuminazione, al verde; perchè i nostri ragazzini potessero anche giocare, negli impianti sportivi pubblici pensati innanzi tutto per loro; perchè se non sappiamo pensare ai nostri ragazzi che ci stiamo a fare? Con immenso rispetto e quasi con pudore, con interventi magari consistenti ma presentati all’insegna della discrezione: in fondo, stavano solo riparando un danno, pensava. Non erano mai interventi eccezionali, anche quando si realizzavano cose ricercate da decenni: erano solo atti dovuti. Dovuti ai figli di quei quartieri e di quelle periferie. La genuina e forte passione di mio padre per la crescita di Catania passava dalla crescita dei suoi figli, soprattutto di quelli che risultavano, o semplicemente apparivano più deboli solo per essere nati in periferia, nel degrado di un centro storico abbandonato, comunque dimenticati.
Ringrazio i Salesiani per aver voluto ricordare con mio padre tutti quelli che non vogliono dimenticare i nostri ragazzi e tenere così viva la vera speranza di Catania. E questo,credo, vale per ogni posto nel quale lavorano i Salesiani. E siccome sono tanti, c’è di che sperare.
Magari dando una mano, ognuno come può, dove e come vuole?
Il mio ricordo
va alla figura paterna del Prof. Berretta,
a quello che i miei occhi, di adolescente liceale
prima e studente universitario poi, hanno visto nel papà “importante” di un caro amico;
alla sua presenza interiore costante, profonda anche quando assorbito dall’amore per Catania
ed al carattere forte e in pari tempo gradevole.
Lo ricordo come un uomo semplice, ma coltissimo, un comunista di grande serietà umana e politica. Ve ne fossero ancora oggi di compagni come lui.
Ho un bellissimo ricordo giovanile di Paolo Berretta … Avevo un 16 anni circa e a Catania vi erano le elezioni amministrative … Giovane volontario di Comunione e Liberazione, contribuii ad organizzare un dibattito pubblico fra Antonino Mirone (Dc), Giuseppe Giarrizzo (Psi) e, appunto, Paolo Berretta (Pci) … Non era ancora tempo di elezione diretta dei sindaci, ma era di fatto una sorta di confronto fra 3 candidati al Consiglio comunale che, in caso di vittoria del proprio partito, sarebbero divenuti sindaco di Catania …
Paolo Berretta mi colpì moltissimo per la semplicità e la disponibilità con cui parlava, durante le settimane di organizzazione dell’evento, con noi ragazzi … E mi colpì ancora di più per il coraggio (e la linearità) delle cose che poi venne a dirci all’auditorium della Cittadella università, gremito tipo Cibali durante Catania-Juventus …
Diciamo che Paolo Berretta quel giorno ha contribuito (in senso positivo, x carità) a spaccare per bene la mia identità, già da adolescente divisa fra la fede cattolica che da sempre sento fortissima e il fascino di un certo comunismo (la virata Law and Order è invece successiva di decenni) …
Riflettendo su tutto ciò, noto che davvero mi sto facendo vecchio …