Quattordici anni trascorsi da un assassinio che ci ha privato di un maestro, di un eroe democratico mai ricordato a sufficienza. Oggi, anniversario della morte di Massimo D’Antona, non posso fare a meno di pensare a quanto utile sarebbe stato il suo contributo di fine giuslavorista in questi tempi di lavoro difficile da garantire, difendere e tutelare.
Il 20 maggio è anche l’anniversario dello Statuto dei lavoratori (1970), una conquista di civiltà che segnò profondamente l’assetto dei rapporti sindacali e politici del nostro paese. D’Antona si formò in quella stagione difficile di rilettura costituzionale della normativa giuslavorista. Nel ricordarlo, l’augurio per il mondo del Diritto del Lavoro e per chi è chiamato a confrontarsi con le riforme é di far tesoro dell”insegnamento di Massimo D’Antona, sempre teso ad una interpretazione moderna e pragmatica del lavoro e mai ripiegata a impostazioni di mera conservazione dell’esistente.
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