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Cara amica, caro amico
mi è sembrato giusto ed anche doveroso preparare un rapporto di fine mandato per rendere conto ai cittadini e agli elettori della mia prima esperienza parlamentare. Sono stato eletto nell’aprile 2008. Era il tempo del trionfo di Berlusconi e di una destra che sembrava destinata a dominare per lunghissimo tempo. Ma le irrisolvibili contraddizioni della destra, quella sorta di circo barnum che teneva insieme tutto e il contrario di tutto – dalla Lega nordista, razzista e antimeridionale, al sudismo di Lombardo – sono esplose e hanno condotto il paese in una crisi economica e morale senza precedenti.
Oggi tutto è in movimento. Il Paese può voltare pagina. La vittoria alle regionali siciliane del mio amico Crocetta rappresenta uno straordinario fatto politico e culturale. Adesso il cambiamento è davvero possibile. Insieme possiamo dare al Paese un nuovo governo che metta al primo posto l’onestà e il lavoro. Lavoro vero, fatto di diritti e dignità. Per il Mezzogiorno, per lo sviluppo della Sicilia, per i nostri giovani.
Non dimentico mai che “l‘Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. E’ lo splendido articolo 1 della nostra meravigliosa Costituzione. Ho scelto di far parte della commissione lavoro della Camera dei deputati perché sono convinto che il mercato lasciato a se stesso crea squilibri e disuguaglianze e chi è indietro è condannato a rimanere indietro. Penso che la buona politica sia indispensabile per creare una società più giusta, più libera e più inclusiva. Credo fortemente nel ruolo dello Stato come insostituibile garante delle regole, senza le quali non c’è sviluppo ma il far west. La dignità dello Stato in questi anni è stata colpita e umiliata. E’ questa la più grande responsabilità della destra: aver creato, parafrasando un grande maestro come Calamandrei, “un’atmosfera di prepotenza e di viltà, di compromesso e di corruzione”. E’ questo il compito prioritario che ci aspetta: ricostruire uno Stato che sia dalla parte dei cittadini onesti, non più piegato da interessi di parte, dalle corporazioni, alle manovre di mafie e camorre. Allo stesso tempo occorre liberare le energie sane che ci sono nella società civile, dare voce al volontariato e all’associazionismo, all’inventiva , alla creatività dei nostri giovani.
L’Italia ha bisogno di aria pulita. Possiamo farcela. L’Italia è un grande Paese che in questi anni ha saputo reagire. Penso alla resistenza attiva di milioni di persone che in questi anni sono scesi in piazza a gridare il loro sdegno. Penso ai tre milioni di italiani che hanno votato alle primarie del PD e che hanno espresso uno straordinario bisogno di partecipazione e di democrazia. Ma penso anche alle persone oneste, la grande maggioranza degli italiani, che hanno continuato a fare in silenzio il proprio lavoro e con sacrifici enormi hanno portato avanti i loro figli. Penso alle ragazze e ai ragazzi che hanno continuato a studiare con serietà e rigore.
La cultura è la nostra più grande risorsa. E’ questa la vera ricchezza delle nazioni. Ma l’Italia è agli ultimi posti per investimenti in ricerca, università, scuola. E’ in gioco il futuro del nostro Paese. Occorre invertire la rotta. Nell’era dello sviluppo fondato sull’intelligenza, le aree ricche di risorse giovanili come la Sicilia possono recuperare ritardi e svolgere un ruolo positivo e avanzato. Occorrono rilevanti risorse economiche ma soprattutto grandi e coraggiose scelte politiche. Il rigore finanziario da solo non basta. Ci vogliono anche serie e forti politiche di sviluppo. Scelte che solo un governo democratico e di centrosinistra, rinnovato negli uomini, nelle idee e nei programmi può compiere.
Ho svolto la mia attività con impegno e tutta la passione di cui sono capace. Ho partecipato con assiduità alle discussioni parlamentari e alle votazioni in aula raggiungendo una percentuale di presenza del 90%. Ho preso parte a 10.008 votazioni su 11.452. Quando non sono stato impegnato in aula ero nella “commissione lavoro pubblico e privato” e in quella dedicata al “controllo degli enti di previdenza e assistenza sociale”.
Ho presentato complessivamente 259 interrogazioni, di cui 39 come primo firmatario; 129 interpellanze, di cui 57 come primo firmatario; 159 ordini del giorno, di cui 17 come primo firmatario; 159 proposte di legge, di cui 6 come primo firmatario; 1529 emendamenti, di cui 57 come primo firmatario; 44 mozioni, di cui 1 come primo firmatario; 2 proposte di inchiesta parlamentare.
Inoltre, 19 Interventi su progetti di legge in Assemblea; 41 interventi su progetti di legge in XI Commissione (Lavoro Pubblico e Privato); 8 interventi in Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale; 7 Interventi in Assemblea; 29 Interventi in Commissione
Ho seguito da vicino il territorio che mi ha dato fiducia e ho cercato di ascoltare i suoi bisogni, le sue esigenze, le sue aspirazioni per dare risposte positive. Non sta certamente a me stabilire se sono stato all’altezza del compito, So però che non ho mai dimenticato la seconda parte dell’articolo 1 della Costituzione: “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Con questa piccola pubblicazione – così come ho cercato di fare in questi anni con il blog, con il profilo facebook, con i consueti mezzi di comunicazione, con le iniziative realizzate, dal comizio alla presentazione di un libro – provo a dare conto al “mio popolo sovrano”.
In questi giorni mi avrete visto sorridere dai manifesti appesi sui muri la mia faccia. Ecco, non è questo l’elemento importante. Importante è il cerchio con scritto dentro “Io Cambio Catania”. E’ il motto di un gruppo di volontari, ragazze e ragazzi, giovani e meno giovani, che hanno deciso di spendere un po’ del proprio tempo per darmi una mano a cambiare Catania. Nessuno da solo, può cambiare granché. Figurarsi una grande città del Sud che ha un disperato bisogno di essere ricostruita, di rinascere. Ma senza un’assunzione individuale, personale, di responsabilità nessuna ipotesi di cambiamento potrebbe avere gambe solide sulle quali camminare e costruire risultati duraturi, concreti, veri. Sono certo che, insieme, a febbraio, con le elezioni politiche anche da Catania verrà un grande segnale di cambiamento. Con questa sentimento di fiducia ho aderito con entusiasmo alle primarie per i parlamentari del PD. Perché finisca il tempo di parlamentari nominati dalle segreterie di partito, perché è giusto che i cittadini scelgano i propri rappresentanti.
Un ricordo, infine. A una persona coraggiosa che ha servito lo Stato da militare in Kosovo, esponendosi all’uranio impoverito. Nella sua Librino si è battuto non tanto per sé quanto per la propria famiglia, affinché le venissero riconosciuti i giusti diritti. A lui ho riservato la mia ultima interrogazione e la mia profonda insoddisfazione per uno Stato ancora latitante. E’ anche per Salvo Cannizzo che dobbiamo cambiare tante cose. E rimetterci subito al lavoro.
Giuseppe Berretta
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IL MIO LAVORO ALLA CAMERA: gli Atti, gli Interventi, i comunicati stampa
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