7. Perché non ce lo chiede l’Europa.
A Bruxelles vengono assunte molte delle decisioni che influenzano la politica nazionale. D’altra parte, di frequente le decisioni assunte a livello nazionale vengono giustificate sulla scorta di veri o presunti diktat europei.
L’attuale assetto istituzionale dell’Unione europea è incentrato su un processo decisionale di stampo intergovernativo. Le principali decisioni vengono assunte dai rappresentanti degli esecutivi dei singoli Stati, riuniti nel Consiglio UE o nel Consiglio dei ministri.
È interesse dell’Italia, pertanto, che il governo sia stabile, in modo da fare pesare le nostre buone ragioni in quella sede. E’ interesse degli altri Paesi europei, di contro, che l’Italia sia rappresentata da esecutivi deboli e possibilmente “balneari”, non in grado di raccogliere risultati soddisfacenti. Per questo, al di là delle dichiarazioni di facciata, nessun Paese europeo è davvero interessato al consolidarsi del processo riformatore.
Un’Italia instabile, i cui rappresentanti nelle Istituzioni comunitarie cambino ad ogni pie’ sospinto, è il sogno dei nostri partners, rappresentati da governi stabili e solidi e pronti ad approfittare delle nostre debolezze.
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