“Report” è tornata a parlare della nostra città: qui il link al sito report.rai.it dove è possibile guardare il video e leggere il testo integrale del servizio.
“I vicerè”
Torniamo ad occuparci di Catania, il comune salvato dal fallimento nell’ottobre del 2008 con un decreto del Governo che ha destinato i 140 milioni prelevati dai fondi Fas e stanziati dal Cipe per fare opere, alla copertura dei disavanzi. A distanza di un anno i soldi ancora non sono arrivati ma una parte e’ stata gia’ messa a parziale copertura dei bilanci. L’amministrazione etnea intanto deve fare i conti con la decisione di un commissario straordinario che nel 2008, per evitare ulteriori guai alle gia’ disastrate casse del comune, ha ceduto ai privati, nel silenzio generale, strade, marciapiedi e perfino una scuola pubblica.
Immagine di Salvatore Gensabella
Carissimo Giuseppe, ce la faremo anche questa volta a combattere contro tutto e contro tutti,..Vinceremo con la mozione Bersani…x arturo: non essere pessimista…
Caro Giuseppe,
se Catania sta male la sinistra sta, forse, pure peggio. In occasione della prima puntata ho scritto in queste pagine “ma dove eravamo noi?” e altre cose ancora che, se vorrai, potrai rileggere. Abbiamo sicuramente anche un problema di gruppo dirigente e di efficacia dell’azione dei nostri rappresentanti nelle istituzioni. E viviamo, quanto meno, in una città difficile, molto difficile, dove la democrazia e la libertà sono molto più sospese che altrove, fosse solo per le condizioni di vita veramente povere di molte migliaia di cittadini e per il condizionamento mafioso che non dobbiamo mai dimenticare.
Insomma, siamo nel degrado più nero? No, se proprio lei mi rimprovera di dimenticare i cittadini che vogliono sentirsi assolutamente di serie A. E poi, mi creda, di tutti questi intellettuali non ci sono molte tracce. Magari ci fossero persone che hanno ancora la voglia e il coraggio di parlare a testa alta. A testa alta ci ritroveremo, mi auguro, in uno dei gazebi delle primarie di domenica 25 ottobre.
Ad alzare la testa serve anche il PD che vogliamo, e stiamo cercando di costruire.
Giuseppe Berretta
Ma che aspetta Stancanelli a dimmettersi? Dopo le abissali ingenuità commesse come può pensare di restare al suo posto?!?
Non ci sono parole per definire quello che un certo gruppo di potere ha fatto a Catania. Siamo una città da terzo mondo. E nessuno che si ribelli. Viene il vomito dallo schifo a vedere Report. E meno male che vi sono simili trasmissioni, che almeno per un po’ di giorni puntano i fari su realtà come quella catanese.
Deve essere un vero incubo vivere a Catania.
Ma come abbiamo fatto a finire in simili mani? Quando è cominciato? Possibile che non ci siamo accorti per tempo di chi fossero i nostri amministratori? Una città di ciechi e sordi…
Ma in che condizioni è Catania? Sembra una città del Medio Oriente. Di danni ne hanno fatti davvero tanti Scapagnini/Stancanelli & Co.
Già l’inchiesta sul lavoro nero cinese è galattica e vale “il prezzo del biglietto”. Attendiamo la parte su Catania…
Io ho già pronti i pop-corn ed ho invitato gli amici. Ormai l’appuntamento con Report è diventato un must a casa mia.
Ci sarà da ridere. Vediamo che cosa salta fuori stavolta.
Caro Onorevole,
mi sembra di capire che Catania sia in una situazione talmente tragica che può essere definita irreversibile e di non ritorno. Ormai da anni la sinistra ha rinunciato a battersi contro questa destra (vedi la mancata candidatura a sindaco da parte di Enzo Bianco). I dirigenti locali, consiglieri comunali e provinciali di sinistra sono per la cittadinanza degli emeriti sconosciuti e vecchi rappresentanti che rappresentano ormai solo la loro persona e che scaldano le poltrone nei vari consigli e nelle commissioni. Non esiste una leadership e si va a briglia sciolte. Nessuno ha il coraggio di denunciare e la città va avanti (anzi indietro) in un degrado che la pone tra le città meno vivibili.
La saluto e la informo che tra la gente comune ci sono cittadini che non si sono assuefatti e sono pronti a far valere il diritto di cittadino di serie A. La politica si fa con la gente, mandate in pensione gli intellettuali della politica(che tra l’altro ottengono solo poche centinaia e addirittura poche decine di consensi elettorale); loro parlano, parlano e poi parlano … senza mai realizzare nulla.