“E’ come nascondere la spazzatura nelle tasche dei nostri figli”
Quello del ciclo dei rifiuti è un problema complesso a cui tutti cercano di dare soluzioni semplici. Ne abbiamo discusso in maniera approfondita, domenica scorsa, a Misterbianco durante la festa del PD locale. Proprio a Misterbianco infatti è molto discusso il progetto di ampliamento della discarica Tiritì: da 810 mila a oltre due milioni e mezzo di metri cubi. Un incubo per migliaia di cittadini di Misterbianco. Nonostante la discarica si trovi in territorio di Motta Sant’Anastasia, infatti, dista solo poche centinaia di metri dal centro storico di Misterbianco. Quel che penso io, e che ho avuto modo di dire durante l’incontro di domenica, è che spesso le soluzioni troppo semplici sono inutili o addirittura dannose. E’ quello che sta accadendo nel ciclo dei rifiuti. In Sicilia come in Campania.
Ricordate il mega-spot elettorale giocato sui rifiuti in Campania? Le reti mediaset aprivano tutti i giorni i propri notiziari con i rifiuti in Campania.
Dopo le elezioni nazionali c’erano altre campagne elettorali da affrontare ed in Campania sono stati spesi fiumi di denaro, in regime di deroga dalle più elementari regole di trasparenza amministrativa, per girare un mega spot che dicesse che il problema era stato risolto. Oggi sappiamo che non era così.
E adesso che il governo è fortemente in crisi si ricomincia con la campagna pubblicitaria. Con gli annunci (dieci giorni!!), con “Bertolaso dei miracoli”, con risorse a fiumi (14 milioni solo per le compensazioni a Terzigno).
Ma in Sicilia, dicevo, la situazione non è diversa e ci sono decine di città siciliane, prima fra tutte Palermo, coperte dai rifiuti. La differenza è che non ne sentirete parlare in nessun TG. Qui nessuno accenderà i riflettori, perché le responsabilità sono tutte del centrodestra: è tra le prove più eclatanti del fallimento di un’intera classe dirigente di governo di centrodestra.
E non se ne parlerà anche perché la criminalità organizzata gestisce l’intero ciclo dei rifiuti, come dimostra la vicenda dei termovalorizzatori: esiste un’area di contiguità talmente estesa e consolidata da abbracciare interi settori delle professioni, della politica e della pubblica amministrazione.
Il ciclo dei rifiuti pensato e realizzato – a tempo di record – per la Sicilia è un “non ciclo”, come ci dimostra la “soluzione” escogitata: costruire nuove discariche. Ma il problema dello smaltimento dei rifiuti non è di spostare i rifiuti da un posto ad un altro, ma di smaltirli senza danno per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Il vero problema – che si finge di ignorare – è che ci sono percentuali di raccolta differenziata basissime. Mentre in Lombardia finisce in discarica solo l’8% dei rifiuti, e nella vicina Calabria il 48%, In Sicilia finisce in discarica il 90% dei rifiuti solidi urbani: una follia!
Il progetto di costruzione di nuovi termovalorizzatori – che per fortuna è stato accantonato – solo per andare in pareggio avrebbe dovuto non solo eliminare del tutto la differenziata, ma sarebbe stato necessario importare da fuori dalla Sicilia un altro 10% di rifiuti.
Certo, è stato un bene abbandonare questa strada, ma sembra che non si sia cercata un’alternativa che portasse ad una soluzione.
Il nuovo piano dei rifiuti “Lombardo” prevede la realizzazione di 15 nuove discariche da qui al 2013 e l’ampliamento di 12 delle 14 discariche già esistenti. Motta Sant’anastasia gareggerà con quella di siculiana (AG) per il titolo di “discarica più grande della sicilia” entrambe ospiteranno fra 2,5 e 3 milioni di metri cubi di rifiuti.
Le discariche sono necessarie, ma se non si avvia la raccolta differenziata è facile prevedere cosa accadrà quando anche le nuove discariche saranno colme.
Parlando di costi, già oggi – a parte un paio – i 27 ATO siciliani sono gravati da forti passività mentre decine di comuni sono ad un passo dal dissesto, a causa dei costi proibitivi dello smaltimento.
Costi che in pochi anni sono aumentati fino a 5 o 6 volte, e i cittadini si sono visti raddoppiare e triplicare le tariffe mentre contemporaneamente la qualità del servizio è scesa drasticamente.
Ma questi costi aumenteranno ancora. Infatti, se attualmente in Sicilia il costo del conferimento in discarica, senza la minima ombra di trattamento, è di 100 euro, con il trattamento meccanico-biologico imposto dalla nuova normativa comunitaria per ridurre i rischi ambientali, il costo dello smaltimento in discarica avrà come riferimento la media europea: 140 euro a tonnellata!
Ciò significa che il costo per lo smaltimento in discarica, secondo le norme europee, in discariche, realizzate in conformità alle norme di sicurezza ambientale potrebbe toccare cifre stratosferiche.
Così, grazie ad un piano dei rifiuti realizzato senza consultare le organizzazioni sindacali, senza ascoltare la politica, senza ascoltare gli enti locali e le comunità che subiranno le scelte compiute, concedendo le autorizzazioni tanto celermente da far pensare come minimo che ci sia stato un certo grado di improvvisazione, gli imprenditori del settore – unici beneficiari di questo piano – a conti fatti da qui a 5 anni intascheranno 1,5 MILIARDI DI EURO: un’enormità di risorse che saranno pagate dai cittadini e dai comuni.
Per non farci mancare nulla, c’è un’altra questione che purtroppo riguarda molte realtà in Sicilia ma soprattutto Motta.
Noi non riteniamo ammissibile che chi effettua la raccolta – che in teoria dovrebbe occuparsi della differenziata ed avere come obiettivo di portare in discarica la minor quantità di rifiuti – sia lo stesso soggetto che gestisce la discarica e che ha quindi interesse a che in discarica arrivi la maggior quantità possibile di rifiuti.
A questo punto chiedersi “Perché in Sicilia non si fa la differenziata?” diventa una domanda tristemente retorica. La raccolta differenziata non costa di più, riduce i rischi ambientali, nel lungo periodo costa molto di meno e comunque, a parità di costi, crea molti più posti di lavoro di qualunque altra soluzione.
Quindi, con le stesse risorse destinate alle discariche si potrebbero trovare ben altre soluzioni, più complesse ma più ragionevoli, più sicure.
Mettere i rifiuti in discarica, senza alcun trattamento, è come nascondere la spazzatura nelle tasche dei nostri figli. Saranno loro che un giorno si dovranno occupare del disastro ambientale che quotidianamente stiamo realizzando. Saranno loro che un giorno si vedranno esplodere la bomba ecologica che oggi stiamo innescando.
Carissimo Giuseppe, seguo con angoscia le vicende dell’immondizia napoletana e lo ‘scaribarile’ (vedi ultima trasmissione di Ballarò) circa le responsabilità. In Sicilia non siamo messi meglio: raccolta differenziata a zero e discariche oramai al tracollo. Non vedo un’azione decisa nè del Governo regionale, nè delle Provincie (ma non dovevano essere abolite? Lo Statuto non le prevede), nè delle amministrazioni comunali. Parole, piani generici, ma nulla di più. Gli ATO sono sempre lì, gli scioperi dei netturbini colpiscono ancora. A quando un piano operativo serio, che impegni tutti i livelli istituzionali, inclusa la popolazione, a differenziare, inviare meno rifiutu allediscariche, riciclare, smaltire la frazione non riciclabile con le tecnologie disponibili (decidiamo quali), etc? Credo che una Sicilia ‘pulita’ ed ‘ordinata’ sia una valore aggiunto per sè, per il turismo, per l’ambiente e per l’economia.