Sulla scuola si giocano i destini della globalizzazione, sulla formazione che sapremo dare ai nostri ragazzi e a chi esce dal mercato del lavoro, si gioca l’avvenire del nostro Paese.
Sulla scuola di base, pubblica, per tutti, si gioca la vera sfida contro le mafie, come avevano capito le amministrazioni comunali del Sud e soprattutto della Sicilia, quando c’erano ancora i sindaci.
E cosa fa il governo Berlusconi attraverso la faccia gelida della Gelmini? Taglia la scuola pubblica!
E la taglia soprattutto nel Sud, dove c’è più bisogno di crescita civile e di capitale sociale, il vero capitale che ci manca.
I tagli della cosiddetta riforma Gelmini colpiscono soprattutto il Sud: come ha detto un’insegnante precaria di Catania al Tgr, si tratta del più grande licenziamento di massa voluto dallo Stato. Ad essere colpiti non sono solo gli insegnanti che dopo 10 o magari 20 anni si ritrovano senza lavoro e, come hanno dimostrato a Palermo, letteralmente in mutande.
Sono in primis i nostri ragazzi costretti in classi sovraffollate, con meno tempo pieno e con una qualità degli studi abbassata. Qualità che scende soprattutto da noi dove invece l’investimento sulla pubblica istruzione era prioritario. Circa 25.000 precari tra docenti e personale tecnico amministrativo, non avranno più le supplenze annuali.
Cosa ancora più grave, che il piano del governo è quello di tagliare in tre anni 130 mila posti nella scuola. In Sicilia, in particolare, più di 2.500 insegnanti in meno a partire da quest´anno, 15 mila in meno entro tre anni. Nella provincia di Catania tagli per 1.500 insegnanti.
Cercheremo in tutti i modi di far retrocedere questo governo da queste pericolosissime iniziative.
Nel frattempo mi chiedo: ma i tanti autorevolissimi esponenti della difesa degli interessi del Sud, al punto tale da fare un trasversale Partito del Sud, lo sanno che queste decisioni del ‘loro’ governo colpiscono, come sempre, soprattutto il Sud? Hanno fatto qualcosa, almeno detto qualcosa alla loro ‘collega’ Gelmini affinché non continui a infierire sul Sud? Per noi la questione della scuola non è mai stata questione occupazionale, anche se tutelare i giusti diritti di chi ci lavora da tantissimi anni è sacrosanto.
E’ questione civile e democratica. Perché solo così si costruisce un Paese del quale essere fieri.
Ma forse è proprio per questo che è arrivata la Gelmini?
Qualcuno avrà pensato che per uccidere la scuola pubblica non c’era nemmeno bisogno di scomodare Vittorio Feltri.
Difendiamo il nostro futuro. Passa da qui.
Sì, certa gente non si ferma davanti a nulla pur di elemosinare qualche voto. Davvero senza dignità.
E’ comunque impressionante l’appoggio morale del peggio della politica siciliana ai docenti rimasti senza lavoro. Davvero grottesco.
Ne conosco, altro che se ne conosco. Nella cerchia di miei amici, gente sui 60’anni, ve ne sono 2 andati in pensione con 40’anni di contributi vari (sparsi ed eventuali) e dopo una vita di stenti e ansie.
Eppure c’è gente che va in pensione da precario. Se ci pensiamo è una cosa di una tristezza infinita.
Ho visto ieri alcune interviste di precari della scuola sulle tv private catanesi. Davvero da far venire i brividi. Come si possa vivere in tale incertezza tutta la vita non lo so.
Credo che i fautori del Partito del Sud non abbiano neanche alla lontana idea di quali siano i reali problemi della gente del sud. Figuriamoci poi se capiscono quel che si sta facendo come danno alla scuola ed ai ragazzi, soprattutto meridionali.