Mettere in sicurezza il Pua (il Piano Urbanistico attuativo Catania Sud) è fondamentale, e bene ha fatto il Sindaco Bianco a chiedere alla Prefettura di vigilare sul rischio di corruzione e infiltrazioni negli appalti. Ma in attesa dei programmi di lungo periodo credo sia necessario innanzitutto mettere in sicurezza Librino, la Plaja, tutti i quartieri Sud di Catania. E farlo oggi, farlo subito.
L’ultima operazione dei Carabinieri, che proprio oggi hanno scoperto un nuovo deposito di droga e un arsenale da guerra nel quartiere di Librino, ci riporta drammaticamente alla realtà quotidiana, quella di Librino come zona franca dell’illegalità. In attesa quindi di un futuro in cui la Zona Sud della città di Catania potrà essere ridisegnata nel suo complesso (e il Pua è tante cose, riassetto urbanistico, nuova fruizione degli spazi, nuove potenzialità turistiche) è importante anzi prioritario che il Comune faccia il possibile per prestare più attenzione alle esigenze di sicurezza e di miglioramento della qualità della vita vissute oggi dagli abitanti. Perché accanto ai progetti futuri ci sono le esigenze vissute oggi, quotidianamente.
Al di là della programmazione di lungo periodo infatti alcune semplici e immediate misure sarebbero estremamente utili. Sono in questo senso condivisibili le proposte avanzate dal sindacato di polizia Siap: riaprire ed utilizzare l’ex Lido Polizia alla Plaja, chiuso da anni, come presidio di sicurezza e punto di riferimento per una vasta area è solo uno degli esempi. Allo stesso modo, non si capisce cosa impedisca ancora il trasferimento del Commissariato di Librino a Villa Nitta o che fine abbia fatto il progetto della Cittadella della Polizia da realizzare a Librino, su cui tante riunioni sono state fatte ma senza garantire certezze agli abitanti. Si tratta di tanti tasselli che contribuirebbero a garantire sicurezza e ad affermare la legalità in zone della città che ne hanno estremo bisogno. Una risposta in tempi brevi ai catanesi e agli appartenenti alle forze di polizia è dovuta. Sarebbe un segnale tangibile di attenzione verso una parte del territorio catanese che chiede di rinascere domani, ma anche di poter vivere meglio oggi.
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