Venerdì 9 luglio, è la giornata del silenzio: non ci saranno informazioni, i tg non andranno in onda, i quotidiani – almeno la gran parte dei quotidiani – non saranno in edicola. Un black-out dell’informazione organizzato dai giornalisti contro la legge sulle intercettazioni. Una “legge bavaglio” che, se venisse approvata così com’è, mina le basi della nostra democrazia. Del resto cos’è una legge che limita il diritto-dovere dei giornalisti ad informare e compromette la possibilità per i cittadini di conoscere i fatti.
Su questa legge è stato già detto tanto, ma da siciliano mi sento ancora più colpito da questo provvedimento. In una terra di mafia, in cui la criminalità riesce ad infiltrarsi in ogni ambito, in ogni business, si ramifica, si rinnova, è allarmante l’impatto che avrà la legge sulle intercettazioni. I magistrati non potranno più usare le “cimici” per reati considerati meno gravi, ma sono proprio questi i reati che consentono di scovare organizzazioni criminali, che hanno dato il via alle inchieste di mafia.
E’ una legge insensata, e lo sciopero dei giornalisti spero possa servire a risvegliare le coscienze. Facendo comprendere quanto sia rischioso il ddl sulle intercettazioni. Per la libertà del nostro Paese, ma anche per la nostra sicurezza come ha lucidamente sottolineato, in questa relazione che ho il piacere di proporvi, il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, durante un’audizione in Commissione Giustizia alla Camera.
la relazione del Procuratore Grasso è chiarissima: questa legge non è fatta per tutelare la privacy dei cittadini ma quella dei mafiosi….ASSURDO