Giuseppe Aragno è un professore di sinistra. E’ lui stesso a rivendicarlo con orgoglio. E da professore, come è giusto che sia, sul suo blog ci insegna che esiste anche il “dovere della replica”.
Sono un professore di sinistra e Berlusconi è un miserabile
Due parole. Quante ne detta la coscienza e ne merita un provocatore sicuro dell’impunità. Solo due. Le devo a me stesso, alla mia vita di studi, lavoro e militanza. C’è un confine oltre il quale al diritto violato tocca il dovere della replica. E quel che costa, costa.Sarete certamente d’accordo: un uomo ti è pari, se da pari ti affronta. Se invece ti colpisce quando non lo puoi colpire, è un volgare brigante da strada, un teppista e un cialtrone. Con le sue dichiarazioni pubbliche sui professori di sinistra, Silvio Berlusconi calpesta la mia dignità, facendosi forte del ruolo pubblico che ricopre e del potere che gliene deriva . Come posso difendermi? Quali strumenti ho per ottenere che mi chieda scusa? Per tutelare il mio onore e la mia dignità, posso solo dichiarare pubblicamente il mio sdegno: un uomo che si comporta come lui è un miserabile vigliacco .
Sfido a darmi torto: un vile, un uomo che approfitta del suo ruolo pubblico e del suo potere politico per offendermi, denigrarmi, infangarmi, sapendo benissimo che non ho i mezzi per difendermi, non ha la dignità morale per governare il Paese. Lo dico pubblicamente: le sue parole lo rendono incompatibile col ruolo che ricopre e indegno della mia stima e del mio rispetto. Fino a quando non si scuserà, ho il pieno diritto di dirlo: chi è ad un tempo potente e vigliacco mi disgusta e mi disgustano profondamente tutti coloro che gli danno man forte e lo giustificano. Li ritengo complici di un miserabile abuso.
Se in Italia gli uomini liberi, che hanno rispetto di se stessi e degli altri, non sono più tutelati nel loro onore e nella loro dignità, se le idee che un uomo professa possono esser impunemente additate al pubblico disprezzo dal Presidente del Consiglio, senza che i suoi ministri sentano il dovere di prendere le distanze e, se insiste, sfiduciarlo, allora non ci sono dubbi: questo Paese non è più libero e tutto ciò che mi resta da fare è denunciare apertamente la violenza che subisco. Finché non si scuserà pubblicamente, io pubblicamente dirò che Silvio Berlusconi è un prepotente, un uomo dappoco, un maramaldo che si dimostra vile e coi suoi comportamenti disonora le Istituzioni democratiche.
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