La Regione siciliana ha finalmente sbloccato i fondi destinati alle borse di studio dei medici specializzandi siciliani, il cui percorso formativo era messo a serio rischio a causa della mancata copertura delle somme per un’attività fondamentale non solo per questi giovani ma anche per gli stessi reparti universitari in cui i camici bianchi prestano servizio. Una scelta che apprendiamo con sollievo e soddisfazione, dopo le preoccupazioni che avevo esternato nei giorni scorsi rivolgendomi all’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, per sollecitare un intervento a favore dei giovani medici specializzandi, costretti a lavorare senza essere pagati e senza alcuna garanzia per il proprio futuro formativo e lavorativo.
L’impegno di spesa a favore degli specializzandi garantirà la copertura piena dei fondi necessari al pagamento delle borse di studio. Si tratta di un atto ufficiale che può consentire agli Atenei di Palermo, Catania e Messina di anticipare, come già successo in passato, le somme da destinare al pagamento delle borse di studio per questi giovani medici che non ricevono l’assegno delle borse di studio da ben quattro mesi.
Dagli assessorati competenti l’impegno di spesa complessivo a favore dei borsisti è di sette milioni e trecento mila euro. Due milioni e mezzo di euro per Catania, un milione e ottocentomila euro per Messina e tre milioni per Palermo: fondi che copriranno gli assegni degli specializzandi di primo e quarto anno, gli ultimi ad essere rimasti senza stipendio.
Adesso però è fondamentale che i Rettori dei tre Atenei siciliani si attivino al più presto per sbloccare l’erogazione degli assegni per gli specializzandi in modo da garantire ai giovani medici la giusta retribuzione e la prosecuzione di un servizio fondamentale per l’attività dei reparti in cui lavorano. Per far uscire da questa pesante situazione centinaia di professionisti della Sanità, serve un ulteriore gesto di buona volontà da parte delle Università siciliane. Lo sappiamo, si tratta di somme considerevoli, ma non è possibile lasciare senza stipendio ancora per diverse settimane tanti giovani in fase di formazione.
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