Tre proposte a precarietà zero

Andare oltre la precarietà, immaginare la qualità del lavoro che vogliamo per i prossimi anni. Cambiare si può, anzi cambiare è indispensabile nell’Italia della disoccupazione giovanile da record, del lavoro autonomo sempre meno tutelato, delle vite precarie vissute da giovani lavoratori, precari e senza futuro. “Tre proposte a precarietà zero” è la campagna promossa dal Forum Lavoro del Partito Democratico, dai Giovani Democratici, dall’associazione XX Maggio “Flessibilità sicura” e dall’associazione “Lavoro, Welfare, Giovani” e che verrà presentata giovedì 24 marzo nella Sala stampa della Camera. Perché cambiare si può, con la giusta combinazione di proposte.

La campagna “Proposte a precarietà zero” si basa sulle proposte del PD sui temi del lavoro approvate all’assemblea nazionale del maggio 2010 e su tre specifiche proposte di legge in tema di precarietà, di statuto del lavoro autonomo e di stage e praticantato. Sono iniziative necessarie per invertire una tendenza drammatica, soprattutto per i giovani italiani, ma anche per i lavoratori autonomi.
I cambiamenti avvenuti negli ultimi 25 anni nel mercato del lavoro italiano hanno prodotto un esercito di quasi un milione e mezzo di lavoratori atipici, 2 milioni e mezzo di lavoratori a termine o in somministrazione, 400 mila false partite Iva, 3 milioni di professionisti senza tutele. Il tasso di occupazione italiano oggi è pari al 56,7%, tra i più bassi d’Europa, con il record della disoccupazione giovanile: un giovane su tre, in Italia, non lavora. E’ il risultato non solo della crisi, ma soprattutto delle mancate politiche a sostegno del lavoro di cui il Governo Berlusconi continua a non occuparsi.
E allora eccole le proposte elaborate dal PD, in sintesi:
LAVORO PRECARIO
Eliminare gli abusi e garantire tutele sociali e indennità di disoccupazione ai lavoratori flessibili. L’obiettivo è fare in modo che un’ora di lavoro precario costi di più rispetto ad un’ora di lavoro stabile, sostenendo le aziende.
LAVORO AUTONOMO
Approvare lo Statuto a sostegno del lavoro autonomo. I giovani non pagheranno Irap e Irpef per i primi tre anni di attività e gli autonomi economicamente dipendenti avranno tutele sociali e giusti compensi.
STAGE e PRATICANTATO
Gli stage dovranno essere retribuiti, con borse di studio di almeno 400 euro, e non potranno sostituire il lavoro dei dipendenti. Anche i praticanti avranno un compenso e tutele sociali. Per tutti, sarà formazione vera.

Le proposte verranno presentate nel dettaglio da Cesare Damiano, capogruppo PD in Commissione Lavoro alla Camera, che presenterà le linee guida del disegno di legge sugli stage ed il praticantato, Stefano Fassina, responsabile Lavoro del PD, e Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani Democratici. Interverranno anche Eleonora Voltolina (“repubblica degli Stagisti”) e Ilaria Lani, responsabile  giovani della CGIL.

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