Un’alternativa per la Sicilia

La finanziaria, il governo, il ruolo del PD.

Sono questi alcuni dei temi che ho affrontato oggi pomeriggio, ad Adrano, durante la conferenza dal titolo “La Sicilia che vogliamo”, organizzata dal Partito Democratico per discutere del futuro del nostro partito e di temi fondamentali per i siciliani, come la finanziaria regionale. Assieme a me, c’erano anche Concetta Raia e Nino Di Guardo, nostri parlamentari regionali, il segretario provinciale Luca Spataro e Adele Trovato, segretario del Pd di Adrano.

Nel mio intervento, prima di tutto ho voluto “rassicurare” i nostri iscritti, gli elettori e i simpatizzanti su un aspetto di cui si fa un gran parlare: rispetto alle ultime elezioni regionali non c’è stato alcun ribaltone o inciucio. Il centrodestra resta il centrodestra, certo molto ammaccato e zoppicante. E il PD, unica opposizione, resta il PD. Appunto.

Noi rappresentiamo l’alternativa a questa destra che danni immensi ha fatto alla Sicilia e all’Italia, come mostra l’ultima manovra del governo Berlusconi: pagheranno i soliti noti perché per gli altri vale il diritto alla privacy, ironizzava l’altro giorno la vignetta di Ellekappa. Ma l’alternativa noi non la vogliamo solo rappresentare, quasi si trattasse di una messa in scena. La vogliamo costruire. In modo credibile. E, se ci riusciamo, praticarla concretamente. Le riforme, splendida parola che grazie alla destra ha perso senso, non ci limitiamo a dirle o a chiederle. Cerchiamo di farle. Perché le riforme sono poi, semplicemente, i cambiamenti dei quali la nostra terra ha urgente bisogno. Disperato bisogno. Perché disperato diventa chi perde il lavoro, chi non l’ha mai avuto, chi è precario e rischia di perdere anche la precarietà, chi dovrà pagare tasse universitarie mostruose per far studiare i figli, per vedere poi che a laurearsi sono sempre più figli di altri laureati, chi paga tutte le tasse, comprese le odiose tariffe per i rifiuti (che rimangono) e per l’acqua  (che invece manca), e vede nullatenenti con macchine di lusso, SUV e pure lo yacht.

Ma disperata è anche la famiglia che vede la scuola pubblica defilarsi sempre più, soprattutto dove servirebbe maggiormente, nei territori più deboli e nei quartieri più svantaggiati, e contemporaneamente vede la scuola privata andare avanti ma non può certo permettersela, anche se viene finanziata con i soldi di tutti. Disperato è chi capisce che per entrare – o rientrare – nel mercato del lavoro avrebbe assolutamente bisogno di ottima formazione professionale e vede i soldi pubblici, i propri soldi, sprecati nei corsi più fantasiosi ma, evidentemente, redditizi. Disperato è chi ha imparato sulla propria pelle che pur lavorando, precariamente, da sempre non avrà mai una pensione e vede un alto burocrate regionale andare in pensione con 1300 euro. Non al mese, al giorno.

Ecco, sono loro ad avere disperato bisogno di cambiamenti. Non solo di parole, per quanto belle. Sono loro che hanno bisogno di un’alternativa. Sta a noi costruirla in modo convincente. Per far vincere non il PD ma loro.

Ma se loro prendono molti più voti di noi – e li hanno presi – come si fa a vincere? Meglio, a richiamare l’attenzione sulle riforme, a imporre i cambiamenti? Avendo, forse, idee chiare, battendosi per esse, senza fare sconti a nessuno? Dimostrando serietà, attenzione per i più deboli ma anche per i conti pubblici perché con la spesa allegra, in tutti i campi, dalla sanità alla formazione, lor signori hanno portato la Sicilia dentro un baratro che è sia finanziario che morale dal quale non sarà semplice uscire. Il governo Prodi riuscì a far entrare l’Italia nell’euro – senza il quale oggi staremmo messi peggio della Grecia – chiedendo sacrifici ma chiedendoli a tutti, soprattutto a chi se li poteva permettere di più.

Una Regione senza legge finanziaria e quindi senza bilancio sarebbe stata un disastro. Una legge finanziaria senza cambiamenti, senza cambiamenti significativi, sarebbe stata il solito tirare a campare al quale ci aveva abituato Cuffaro, in attesa dell’ultimo respiro. E il PD in nessun caso l’avrebbe avallata. Oggi discutiamo di una legge finanziaria che introduce importanti cambiamenti e che, soprattutto, indica le priorità. Le nostre priorità. Siamo riusciti a imporre l’agenda politica, cioè i temi in discussione, sui quali intervenire seriamente. E non per convegno ma come c’è scritto nei manifesti fatti dal PD siciliano, per legge.

E’ cambiata così la Regione? Assolutamente no! E’ quella che vorremmo? Altro no. Ma vi pare poco che, mentre in tutta Italia si raccolgono le firme per il referendum sull’acqua pubblica in Sicilia è LEGGE. Mentre il governo Berlusconi smantella la scuola pubblica, per ragioni di cassa ma soprattutto ideologiche, procedendo pure al più grande licenziamento di massa della storia italiana, quello degli insegnanti, in Sicilia venga approvata la mozione presentata da Concetta che tende a rinviare di un anno, almeno, la c.d. riforma Gelmini?

Mancano tante cose all’appello e su queste cose il PD sarà molto attento e ancor più cocciuto. C’è una burocrazia da riformare profondamente, c’è una presenza invadente e inconcludente della Regione nell’economia, c’è una drammatica incapacità della Regione a promuovere e sostenere realmente agricoltura, industria, turismo, servizi avanzati e innovativi. E si può mai pensare che di queste cose si occupasse Cuffaro? O che se ne occupino Firrarello e Castiglione, per non parlare di Alfano troppo impegnato a liberare dalle intercettazioni chi non si comporta proprio bene e soprattutto a liberarli dalla libera informazione, quindi dall’opinione pubblica, quindi dalla democrazia? Oppure Miccichè, libero in Sicilia, sembrerebbe, ma con le mani evidentemente legate a Roma quando avalla i furti dei fondi FAS a danno delle Sicilia e del Sud al quale terrebbe così tanto che stava per farci quasi un partito?

E poniamoci infine la domanda vera, quella sulla quale inutilmente ci siamo divisi fra pro e contro, come se fossimo solo tifosi di una partita giocata da altri e non giocatori in campo e in proprio, come abbiamo dimostrato con questa finanziaria: sono forse questi i problemi che stanno a cuore a Lombardo? Evidentemente no, soprattutto per chi, come nella nostra provincia, ha avuto modo di sperimentarlo. Ma in un momento di vera e propria dissoluzione del centrodestra in Sicilia – Stancanelli, il sindaco di Catania, ha dovuto mandare via tutti i suoi assessori politici e nominare in fretta e furia una giunta fatta solo da tecnici per evitare che anche a Catania scoppiasse il centrodestra – perché non basta pigliare molti voti, magari tantissimi voti, raccolti in ogni modo, per poi governare, c’è per l’opposizione la possibilità di intervenire realmente sul governo dei processi, non accodandosi a qualcun altro ma facendo vincere le proprie idee. Soprattutto se sono idee giuste, a sostegno delle battaglie che abbiamo sempre condotto, a difesa degli ultimi, dei diritti, delle opportunità per tutti. Soprattutto se queste idee vengono accettate da una maggioranza in difficoltà e da un Presidente che, forse, comincia a capire sulla sua pelle che con i vecchi sistemi, anche a lui cari, non si può più andare avanti. Se poi le inchieste giudiziarie dovessero approdare a un esito chiaro Lombardo non dovrebbe pensarci un solo istante a dimettersi immediatamente. E se non lo facesse spontaneamente ci saremmo noi a imporlo. Così come abbiamo imposto le cose buone sull’acqua, sulla scuola, sul nucleare, sui rifiuti. Facendo andare il governo Lombardo contro gli orientamenti consolidati della destra al governo in Italia. Proprio nella terra dei loro più brillanti successi. Proprio nella terra che ha maggiormente bisogno di cambiare, come dicevo prima.

Tornando alla mozione sulla scuola fatta propria dal governo regionale e votata dall’Assemblea grazie a Concetta, vorrei far notare solo una cosa: la mozione a Palermo viene approvata e a Roma viene stoppata, così come si rischia sul credito d’imposta. Su questa come su molte altre questioni ricordiamo a Lombardo che non si può stare con gli insegnanti precari in Sicilia e con la Gelmini a Roma, non si può avere una politica, a suo dire, di rottura in Sicilia e ascara a Roma. Se si guarda a noi i cittadini devono sapere che ci troveranno sempre dalla stessa parte.

C’è insomma tanto da lavorare per noi. Ma proprio per questo è nato il PD. E noi lavoreremo, seriamente, senza fare sconti a nessuno, ricordandoci sempre non solo chi siamo ma anche da dove veniamo, per cambiare le cose, per costruire l’alternativa della quale la Sicilia e l’Italia hanno bisogno.

Contributi alle imprese che assumono, tempo pieno nelle scuole delle aree disagiate, esenzione dal ticket per redditi fino a 20 mila euro e il ritorno al pubblico della gestione delle acque: tutte proposte del Partito democratico inserite nella Finanziaria approvata di recente, tutti provvedimenti che grazie al PD sono legge. Scuola, Lavoro, Sanità, Acqua sono alcuni dei temi sui quali il Partito Democratico ha portato avanti la battaglia per le riforme all’Assemblea regionale siciliana.

Per chi volesse approfondire le riforme che grazie al Pd sono diventate legge, ecco sul sito del PD Sicilia una sintesi delle misure inserite nella Finanziaria:

LE RIFORME GRAZIE AL PD SONO LEGGE

12 comments to Un’alternativa per la Sicilia

  • paolo schilirò

    Vedrai, vedrai che un giorno cambierà…povero Luigi Tenco…non sò come nè quando ma vedrai che un giorno cambierà…aspettiamo!!!

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  • Arturo

    Ma prima o poi qualcosa dovrà cambiare in quest’isola! Non possono mica rassegnarmi al fatto che saremo sempre all’opposizione senza speranza alcuna di incidere sulle allucinanti condizioni di vita di 3/4 dei siciliani.

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  • Angelo Vanelli

    Non accadrà, statene certi. Anzi, valanga di voti per il Pdl alle prossime elezioni, ci metto la mano sul fuoco.

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  • Agata Coimbra

    Per come stanno andando le cose in Sicilia la gente dovrebbe essere così rotta da votare in massa per il Pd.

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  • Nando Ferrino

    Campa cavallo…

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  • Arturo

    L’alternativa vera per la Sicilia sarebbe un governo Pd-Idv-Fds. Avendo i voti, chiaro.

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  • Vanni D'Angelo

    No, meglio con nessuno, semplice.

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  • Turi Spampinato

    Meglio col Pdl?

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  • Giusy Nistricò

    Francamente, non credo che appoggiare l’Mpa di Lombardo sia una anche solo lontanamente ipotizzabile alternativa per la Sicilia!

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  • Agatino Santagati

    ……Ma se loro prendono molti più voti di noi – e li hanno presi – come si fa a vincere?……. secondo me si vince battendo l’ignoranza, perchè loro vincono facendo leva sulle classi piu deboli e sui bisogni primari delle persone, in fondo il siciliano è una persona che purtroppo si fida, ma si fida delle persone sbagliate che una volta salite al potere, (diversamente dalla lega) si dimenticano del territorio di provienienza! queste persone sono semplicemente disoneste! il politico onesto invece è colui che deve dare voce a chi non ne ha!
    Il PD, oggi, è l’unica speranza per il vero cambiamento della sicilia auguriamoci tutti, soprattutto per il bene delle generazioni future che questa speranza diventi finalmente realtà!

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  • Giuseppe D'Angelo

    Caro Giuseppe il tuo impegno non passa certo in secondo piano,ed apprezzato è il lavoro svolto di alcuni nostri deputati, ma nel pensiero della gente comune rimane comunque il sospetto in merito alla questione regionale.Ritengo efficace lo strumento dei circoli e degli incontri organizzati, ma ciò che occorre urgentemente è stabilire un linguaggio di comunicazione semplice ed efficace che ragiunga tutti i livelli sociali. Ritengo che per conseguire tale obiettivo, così come la C.G.I.L. debba ripartire dalle fabbriche, così noi dobbiamo ripartire dalle piazze per incontrare, discutere ed interagire con la gente, per sancire un rapporto basato sulla fiducia, su larga scala e a partire dalla base popolare.

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  • Valeria CT

    Auguriamocelo, ma ho qualche dubbio, onestamente …

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