Visitare la XVI edizione della Festa della Vendemmia di Piedimonte Etneo è stata un’occasione per rendersi conto di persona dei progressi fatti dagli imprenditori del vino nella promozione del nostro ottimo Doc.
A Piedimonte ho avuto modo di ringraziare quanti hanno contribuito a fare di questa festa un appuntamento imprescindibile per gli appassionati del vino e delle sue tradizioni.
Penso che quando un appuntamento raggiunge il traguardo delle 16 edizioni vuol dire che alla base c’è una grande e buona idea che viene sostenuta ed incoraggiata da tanti, con fatica ed impegno non soltanto nei giorni della festa ma durante tutto l’anno credo che a loro innanzitutto vada tributato un doveroso e ringraziamento. È grazie anche a questo impegno che Piedimonte si è conquistata meritatamente l’ingresso nel circuito delle Città del vino.
In questi anni i piccoli e grandi produttori dell’Etna hanno capito come Il vino possa essere fattore di sviluppo, occasione di lavoro. La dimostrazione sta nel fatto che molte aziende vitivinicole danno lavoro a tanti, producendo vino di grande qualità, certificato, e che riscontra anche il grande favore dei consumatori.
In un paese come Piedimonte si è andati anche oltre la semplice occasione produttiva e gli abitanti ed i produttori hanno voluto giustamente sottolineare la grande valenza culturale del vino. Infatti, lo sviluppo che passa attraverso la valorizzazione del territorio, della propria identità è uno sviluppo che ha forte radici e non teme il passare delle mode.
La riscoperta della cultura popolare, delle tradizioni legate alla cultura del vino rappresenta un grande patrimonio che va esaltato perché il portato di cultura e tradizione danno al vino un valore aggiunto inestimabile e ne fanno un prodotto unico ed inimitabile, che non teme la concorrenza del mercato globale.
Il vino etneo è ormai diventato ambasciatore nel mondo di qualità ma anche veicolo di promozione del territorio. Molti territori del nostro paese, e non solo, costituiscono la loro forza economica nel il binomio turismo-vino.
È questo che ha portato ad investire sull’Etna molti imprenditori del settore vitivinicolo da tutta Italia, ma non solo. Abbiamo il dovere di sostenere quanti hanno investito e dobbiamo intendere questi investimenti come investimenti per il nostro futuro.
Il vino si conferma un traino molto importante per tutto l’agroalimentare, contribuendo significativamente a raggiungere il record di export che supererà quest’anno i 34 miliardi. Dobbiamo continuare a lavorare intensamente sul fronte internazionale, perché siamo Paese leader produttore, quindi non possiamo permetterci di abbassare la guardia, per mantenere questo primato. C’è un segnale molto incoraggiante sull’export del vino nel primo semestre dell’anno, con un incremento dell’8% del valore delle nostre esportazioni vinicole: è un segnale davvero incoraggiante ed unico nel panorama economico italiano.
Dobbiamo aiutare i nostri prodotti sui mercati esteri e li dobbiamo sostenere in Italia, nella produzione.
I produttori stanno facendo la loro parte facendo sistema, creando sinergie. La politica, le istituzioni devono fare la propria parte perché possano esserci nuovi importanti flussi turistici, risolvendo problematiche come la viabilità, la piena funzionalità dell’aeroporto, l’efficienza dei servizi locali a partire da quelli che contribuiscono a rendere più accoglienti le nostre città.
Da Siciliano da Catanese ho detto ai produttori di vino dell’Etna che potranno contare sul mio impegno nella politica e nelle istituzioni perché questi obiettivi siano raggiunti.
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