Potrei dire che io voto Bersani perché basta guardare gli ultimi sondaggi per capire quanto sia stata importante, oltre che utile, la sua opera per portare il Partito Democratico lassù, a cifre di consenso mai raggiunte.
Potrei direi che io voto Bersani perché grazie alle primarie, volute proprio da lui che invece avrebbe potuto – da statuto – non indirle, abbiamo vissuto una domenica straordinaria, di grande partecipazione.
Una domenica bellissima, resa unica dai militanti e dai volontari che hanno garantito l’apertura dei seggi e l’ordinato svolgimento delle operazioni di voto alle nostre primarie; dai più di 3 milioni di persone che hanno fatto la fila per poter votare; dai vecchietti che, anche con le stampelle, non hanno voluto rinunciare e dai ragazzi che esprimevano per la prima volta un voto; dalle tante famiglie che hanno portato anche i bambini ai gazebo.
Una giornata di democrazia e coinvolgimento popolare che, ne sono sicuro, si ripeterà anche il 2 dicembre, data del ballottaggio in cui a sfidarsi sono Bersani e Renzi. Una sfida non tra due persone ma tra due idee diverse di partito, di centrosinistra, di Italia. Per dirla con le parole di Salvatore Bragantini (oggi sul Corriere della Sera) Bersani è, più di Renzi, capace di affrontare il “dopo”: non il dopo primarie, ma piuttosto il dopo elezioni.
Una sfida, quella del 2013, da cui non dipendono solo le sorti della politica ma quelle del nostro Paese. Bersani sarà meno avvincente ma ha doti che Renzi non possiede: serietà, competenza, affidabilità e credibilità, insomma in una parola concretezza. Che dopo anni di berlusconismo fa davvero la differenza. E’ finito il tempo delle promesse, l’Italia ha finalmente bisogno di verità, per quanto amare siano, ma di verità. Verità per un Paese troppo diviso tra Nord e Sud, per un Paese in cui le diseguaglianze sociali aumentano, in cui i figli stanno peggio dei padri.
Insomma io voto Bersani perché da sempre la sostanza mi convince di più rispetto alla forma. Per le sue proposte in grado di unire e di mettere al centro di tutto la questione del lavoro come vera leva per la crescita, al di là di ciò che ci impone l’Europa. Perché sono convinto che sia lui la vera alternativa per il nostro Paese.
Leave a Reply